Le 10 soft skills da sviluppare per la ripresa economica
Cosa sono le soft skills? Sai come sfruttarle per incrementare le performance del tuo lavoro?
Maggio 2020

Affrontare la ripresa economica
Il mondo sta cambiando e la pandemia in corso sta accelerando la velocità del cambiamento. Tre le tendenze in atto a livello economico mondiale:
- Aumento del lavoro a distanza del 90%.
- Aumento dei lavori legati al mondo sanitario così come addetti ai trasporti, alla logistica all’e-commerce e alle piattaforme digitali.
- Nuovi modi di vivere che influenzeranno le nostre abitudini ed i nostri consumi.
Il turismo e le attività legate allo sport, particolarmente colpite, si stanno ingegnando in soluzioni che manifestano resilienza e creatività, mentre tanti altri settori stanno rapidamente adattando i loro modelli di business e stanno emergendo alcuni nuovi posti di lavoro, in particolare nella vendita al dettaglio di beni di consumo, nella sanità e nella logistica.
I lavori digitali sono quelli che più si adeguano in questo periodo di “social distancing” grazie alla loro flessibilità e risulteranno i più richiesti anche e soprattutto nel futuro.
Come spiega Mariagrazia Bizzarri, Head of people development, reward and transformation in NEXI “in questo periodo abbiamo visto molti business fare una vera e propria riconversione non solo di prodotto ma anche di processi digitali e questo può disegnare dei nuovi trend per le professioni più richieste nel futuro”.
Da cosa dipenderà la sopravvivenza delle organizzazioni e dei sistemi?
È ormai chiaro che un’organizzazione può avere successo solo se hanno successo i suoi collaboratori. Ciò spiega perché da tempo le aziende ricorrono alla scienza per prevedere performance elevate negli individui.
Numerose ricerche sono state svolte sull’argomento. A partire dagli anni Venti e fino a tutti gli anni Ottanta, gli scienziati cominciarono a pensare che il potenziale umano potesse essere misurato attraverso il QI che rappresenta la valutazione delle abilità verbali e aritmetiche di un individuo. È noto come i dipartimenti delle Risorse Umane delle aziende creavano test di valutazione basati sul QI e assumevano persone con un quoziente elevato.
Presto gli studi dimostrarono che il QI è in grado di prevedere solo il 20-25% del successo professionale. Da cosa dipende il restante 75%? Gli studi compiuti da Howard Gardner (psicologo di Harvard) e Peter Salovey (psicologo di Yale) dimostrarono che la capacità di comprendere i propri sentimenti e quelli delle altre persone riesce a predire il potenziale umano in modo più efficace del QI.
Tale abilità fu denominata intelligenza emotiva. Poco dopo Gardner parlò anche di Intelligenza relazionale facendo riferimento all’abilità di capire gli altri e di relazionarsi ad essi.
Riepilogando: il QI ci insegna cosa dobbiamo fare, l’intelligenza emotiva ci mostra come e l’intelligenza relazionale ci dice con chi.
Imparare a sfruttare e amplificare le tre intelligenze
A questo punto ci chiediamo: “come possiamo imparare a sfruttare e amplificare queste tre intelligenze in ambito lavorativo e dirigerci verso l’eccellenza?”
Dopo cinque anni di ricerche approfondite Shawn Achor, ricercatore della felicità, relatore aziendale e autore di bestseller “Il vantaggio della Felicità”, ha dimostrato che ciò che ci permette di utilizzare, combinare e potenziare le tre intelligenze esistenti è la capacità di vedere una realtà in cui il successo è possibile.
Tutto ciò che facciamo nella vita privata e professionale è in gran parte determinato dal nostro atteggiamento mentale, poiché se crediamo che il nostro comportamento non conti allora non ci sforzeremo mai di sfruttare le tre intelligenze per raggiungere i nostri obiettivi.
Solo quando riusciremo a raggiungere consapevolezza di essere in grado di creare cambiamento positivo saremo in grado di utilizzare pienamente le abilità per raggiungere livelli di successo e di felicità più elevati.
Le 10 soft skills da sviluppare
Continuando ad esaminare ciò che ci serve per far crescere noi stessi e le organizzazioni è importante ricordare che nel 2018 il World Economic Forum ha pubblicato il Future Job Report evidenziando, attraverso un video, le 10 soft skills che ognuno di noi è chiamato a sviluppare a partire dal 2020 per star dietro ad un mondo in rapida evoluzione.
Diamo per scontate le competenze tecniche, o hard skill, che sono ciò che sappiamo fare e che sono assolutamente necessarie per svolgere un ruolo (cameriere, maitre, tecnico di manutenzione, sales assistant ecc..) le soft skills rappresentano invece le modalità personali con cui svolgiamo quel determinato ruolo.
I mutamenti in atto dimostrano che le soft skills saranno competenze da sviluppare sempre più importanti e richieste dalle organizzazioni e dai datori di lavoro per fronteggiare crisi e cambiamenti.
01. Problem solving
In una situazione economica sempre più complessa, che richiede un’alta capacità di flessibilità e di adattamento e lettura di situazioni sempre diverse, la capacità di riuscire a sbrogliare situazioni complesse e di riuscire a risolvere i problemi e individuare una soluzione diventa fondamentale.
02. Pensiero Critico
Sviluppare un “pensiero critico” significa formulare un giudizio attraverso processi mentali di analisi e valutazione che si basano sul ricavare le informazioni dall’osservazione, dall’esperienza, dal ragionamento o dalla capacità comunicativa. Presuppone analisi, precisione e razionalità.
03. Creatività
La creatività è una caratteristica fondamentale nei processi di innovazione e in tutte le situazioni in cui ci troviamo a dare soluzioni “originali” a situazioni indesiderate.
04. Gestione del personale
La gestione delle persone è una competenza di fondamentale importanza che non consiste solo nell’organizzare un team o una struttura. Si tratta di gestire, motivare, valorizzare e richiede intelligenza emotiva, relazionale e leadership.
05. Coordinamento
Il team work, o lavoro in team, è diventato sempre più importante nelle strutture aziendali. La capacità di lavorare in gruppo richiede flessibilità, adattabilità, buona capacità di stabilire delle priorità, di inserirsi in un flusso di lavoro che può incontrare ostacoli e difficoltà che vanno gestite.
06. Intelligenza emotiva
È la capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire in modo consapevole le proprie ed altrui emozioni. L’intelligenza emotiva ci consente di impiegare consapevolmente le nostre emozioni per guidare pensieri e azioni.
07. Decision making
È la capacità di giudicare e di prendere decisioni. Richiede ascolto, pensiero critico, condivisione ma grande determinazione nel saper scegliere in che direzione andare soprattutto nei momenti di crisi.
08. Orientamento al Servizio
È la capacità di essere utili, collaborativi, attenti e premurosi nei confronti di un cliente o di un collega prevedendo i bisogni anche non espressi o manifestati.
09. Abilità negoziali
La negoziazione è un processo che coinvolge due parti le quali si prefiggono di raggiungere degli obiettivi attraverso uno scambio di informazioni volto a raggiungere un accordo con una controparte quando si hanno sia interessi comuni che interessi contrapposti. Presuppone ascolto, intuito per provare a prevedere le reazioni altrui, comunicazione, assertività, creatività, flessibilità, capacità di immedesimarsi nella controparte per capire l’altrui punto di vista.
10. Flessibilità mentale
È la capacità del nostro cervello di adattare il nostro comportamento e il pensiero a situazioni nuove, cangianti o inaspettate, si intende la flessibilità di risposta, cioè l’abilità di attuare comportamenti diversi in base al cambiamento di regole o di attività e situazioni.
Come possiamo però acquisire o migliorare le competenze appena elencate?
Secondo John Withmore, pilota inglese di automobilismo, diventato successivamente consulente aziendale, nonché autore del bestseller “Coaching for Performance”, l’autovalutazione o autocoaching, può produrre ottimi risultati.
Dal momento che non posso acquisire o migliorare simultaneamente le abilità elencate, dovremo solo scegliere su quale delle abilità vogliamo lavorare maggiormente e inquadrarla nel tempo. Se abbiamo scelto di lavorare sulla “flessibilità mentale” perché in questo momento è l’obiettivo più urgente da raggiungere, o perché ci sentiamo forti sulle altre abilità, potremmo decidere di elencare tutti i comportamenti positivi associati alle persone che la possiedono in abbondanza. In tal modo, le azioni da compiere assumono la forma di nuovi comportamenti invece che di competenze da maturare e che si impiega di più a sviluppare. Con il tempo, è il successo di questi nuovi comportamenti che mi porterà verso la meta desiderata.
In conclusione, come dice Shown Achor nel suo libro “Before Happiness” abbiamo bisogno di “geni positivi” nelle nostre aziende.
Abbiamo bisogno di voi.