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Come Andrà l'Economia Italiana nel 2025? Vediamo che dicono i Numeri

Istat ha già iniziato a tirare fuori i suoi numeri e le sue previsioni relativamente al destino dell'Economia Italiana nel 2025. Diamogli un'occhiata insieme.

Gennaio 2025

Come Andrà l'Economia Italiana nel 2025? Vediamo che dicono i Numeri

Per il 2025, gli economisti e i numeri di Istat hanno già iniziato a tirare fuori il loro mix di previsioni, suscitando delle speranze, ma anche qualche preoccupazione. Noi siamo qui per raccontartelo con chiarezza, senza troppi giri di parole, e magari con un paio di riflessioni da condividere.

Prima di tutto, un bel respiro. Ci aspetta un 2025 che, numeri alla mano, sarà caratterizzato da una crescita, non quella che fa urlare di gioia, ma nemmeno quella che fa sprofondare nella disperazione. Siamo di fronte a una ripresa che può essere definita stabile e, in fondo, questo è un buon segno, anche se non significa che dobbiamo aspettarci i “fuochi d'artificio”.

PIL: Crescita Contenuta, ma è meglio di niente

Cominciamo dal Prodotto Interno Lordo Italiano, che è poi quello che ci fa capire se si sta crescendo o no. L’Istat stimava per il 2024 una chiusura del PIL a +0,5%, mentre nel 2025 si dovrebbe salire a un +0,8%. Sarà pur vero che non si tratta di un incremento galattico, ma vediamo il bicchiere mezzo pieno: crescere, anche se piano, significa quantomeno che non siamo in caduta libera.

Ora, come avviene questa crescita? Nel 2024, le esportazioni sono state il nostro cavallo di battaglia; a quanto pare, ciò che produciamo piace ancora all'estero. Ma è il 2025 l'anno in cui iniziamo a vedere gli italiani tirare fuori il portafoglio con un po' più di convinzione: la domanda interna sarà il motore della ripresa, soprattutto grazie al miglioramento del mercato del lavoro e a retribuzioni più consistenti. Sì, esatto, ciò significa più gente con uno stipendio e, di conseguenza, più fiducia. Speriamo con tutto il cuore che l’Istat ci abbia davvero azzeccato!

Consumi, Lavoro e Investimenti: Che Succede a Casa Nostra?

Per le aziende, capire cosa accadrà al potere d'acquisto delle famiglie è cruciale, giusto? Bene, i consumi privati (in parole spicciole, i soldi che le persone spendono per comprare cose) nel 2025 aumenteranno del +1,1%. Perché? Come accennato prima, principalmente grazie a un mercato del lavoro che continua a migliorare.

Infatti, le statistiche 2024 relative alle ULA (Unità di Lavoro: ovvero il numero totale di posti di lavoro calcolato in termini di ore lavorate complessive – ma se vuoi semplificare leggi “la quantità di lavoro”) mostravano un incremento dell’1,2% coerente con il calo della disoccupazione osservato tra il 2023 e il 2024; ebbene tale tendenza sembra riconfermarsi anche per l’anno in corso. In parole povere, nel 2025 ci saranno più persone con un lavoro, e questo ci piace!

Ma attenzione, c'è anche una nota dolente: nonostante gli incentivi intentati dal PNRR e la riduzione dei tassi di interesse, da parte delle imprese di casa nostra non si presagisce alcuna crescita degli investimenti per quest’anno; almeno non per il momento. Tradotto? Meno macchinari nuovi, meno innovazione infrastrutturale, meno ricerca. Una situazione di stallo che potrebbe costituire una base non proprio solida per una crescita più accentuata negli anni a venire.

Inflazione: Il Bello e il Brutto di Prezzi Che Salgono e Scendono

Arriviamo ora alla questione dei prezzi. L'inflazione è una di quelle cose che fanno storcere il naso sia ai consumatori che alle aziende. Nel 2023 abbiamo visto un picco importante, con i prezzi che sono saliti del +5,1%. Tuttavia, nel 2024 c'è stato un bel rallentamento di tale crescita (+1,1%), soprattutto grazie alla riduzione dei costi dell'energia. Ma attenzione al 2025: si prevede che i prezzi torneranno a salire un po' (+2,0%), in linea, però, con il miglioramento dei salari e l'aumento dei consumi.

Quindi, cosa significa questo per noi? Beh, se da un lato è positivo che l’occupazione e i salari siano in crescita, dobbiamo anche tenere presente che una nuova impennata dei prezzi potrebbe rendere meno significativo tale aumento e mantenere orientativamente stabile il nostro potere d'acquisto.

Ottimismo si, ma con Cautela

Siamo quindi di fronte a una ripresa che è tutt'altro che esplosiva, ma che comunque offre qualche segnale positivo. Più persone lavorano, i consumi crescono e, in generale, il mercato si muove nella giusta direzione. Certo, il fatto che gli investimenti siano stagnanti e che l'inflazione possa tornare a salire ci costringe a restare prudenti. Come imprenditori, è importante bilanciare l'ottimismo con la cautela: dobbiamo fare i conti con il fatto che il futuro resta, in un certo qual modo, incerto.

Il nostro consiglio? Non fermiamoci. Continuare a innovare e a investire con saggezza (in barba alle previsioni!) potrebbe essere la chiave per superare questi ostacoli e consolidare il nostro vantaggio competitivo. Non è il momento dei fuochi d'artificio, ma neanche di farsi trovare impreparati. Se riusciamo a mantenere un occhio vigile sul mercato e a reagire rapidamente ai cambiamenti, potremmo non solo sopravvivere, ma anche prosperare.

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