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Educazione all’imprenditorialità: la Cultura d’Impresa nelle Scuole

La Formazione dei Futuri Imprenditori Italiani può iniziare dalle Scuole Elementari? Proviamo a capirlo.

Agosto 2023

Educazione all’imprenditorialità: la Cultura d’Impresa nelle Scuole

Le scuole stanno per riaprire, e con l'inizio di un nuovo anno accademico è doveroso porsi nuovamente un importante quesito: quali competenze e conoscenze dobbiamo fornire agli studenti per prepararli al mondo reale? In un Paese economicamente in crisi come l’Italia, ad esempio, si dedica abbastanza attenzione all’insegnamento della cultura imprenditoriale ai giovani?

Per quanto ci siano diversi esempi di istituti e di docenti che hanno adottato metodologie didattiche innovative e attive, in linea con le indicazioni nazionali ed europee sull’educazione all’imprenditorialità, purtroppo esistono ancora molte scuole primarie e secondarie che adottano un approccio educativo fossilizzato su nozioni e procedure antiquate e che spesso ignorano del tutto la necessità di far emergere qualità e valori come lo spirito di iniziativa, il pensiero critico e la capacità di leadership che sono gli elementi base per forgiare le nuove generazioni di imprenditori e manager e aiutarle a districarsi nel mondo sempre più complesso e mutevole in cui viviamo.

La scuola deve fungere da fucina di opportunità ed essere un luogo nel quale gli studenti possano sviluppare competenze che vanno al di là dell'acquisizione di nozioni teoriche o meramente tecniche, ma che li incoraggi anche a pensare fuori dagli schemi promuovendo la creatività e l'innovazione e che infonda in loro un profondo entusiasmo e una irrefrenabile voglia di emergere, di sfidare e di vincere.

Può funzionare anche con i bambini?

In alcuni Paesi d’Europa e del Mondo si sperimentano programmi strutturati di educazione all’impresa già a partire dalle scuole elementari.

Un esempio è l’iniziativa BizWorld che realizza programmi pratici e coinvolgenti in cui gli alunni creano società fittizie che devono competere con altre “aziende” della stessa classe, imparando i principi della cultura economica e imprenditoriale. Questi progetti hanno dimostrato di avere effetti positivi e duraturi sulle competenze trasversali dei partecipanti.

A supporto di queste esperienze, uno studio condotto nel 2014 da ricercatori di diverse università europee, a seguito di un esperimento sul campo, suggerisce che le capacità imprenditoriali non cognitive si sviluppano meglio in tenera età piuttosto che durante l’adolescenza.

Lo studio analizzava l’impatto di un programma di educazione all’imprenditorialità offerto ad alcuni ragazzi dell’ultimo anno della scuola primaria in Belgio (la cui età è corrispondente alla prima media in Italia) che consisteva in una serie di lezioni e attività pratiche, volte a stimolare la creatività, il problem-solving e l’intraprendenza degli studenti.

Dai risultati, misurati sia sul breve che sul lungo termine, sono emersi effetti positivi e significativi. In particolare, gli alunni coinvolti manifestavano la capacità di generare idee innovative e di lavorare in team. Inoltre, si è potuto verificare che, a seguito di tale percorso, un maggior numero di studenti, rispetto alla norma, ha scelto con entusiasmo di proseguire gli studi in ambito economico o tecnico e ha manifestato aspirazioni professionali orientate al mondo del business.

Ciò ha piacevolmente sorpreso i ricercatori, poiché precedenti esperimenti simili, effettuati però su ragazzi adolescenti, hanno generato effetti pressoché nulli o, a volte, addirittura negativi. Gli autori dello studio sono dunque giunti alla conclusione che, con buona probabilità, l’educazione precoce all’imprenditorialità può essere un efficace strumento per promuovere lo sviluppo delle abilità interdisciplinari nei giovanissimi e per incoraggiarli a intraprendere percorsi educativi e professionali più ambiziosi.

Va da sé che un approfondimento e una intensificazione di questo genere di iniziative socio-culturali potrebbe facilmente determinare il futuro dell’imprenditoria giovanile di qualunque Paese che si impegni al cambiamento.

In Italia ce ne stiamo occupando?

Fortunatamente si, quantomeno abbiamo iniziato a muovere i primi passi già da qualche anno.

In Italia, l’educazione imprenditoriale è stata introdotta strutturalmente nella scuola secondaria già dal 2018 con il Sillabo per l’Educazione all’imprenditorialità, pubblicato dal MIUR (oggi Ministero dell’Istruzione e del Merito).

Il programma si suddivide in cinque macro aree di sviluppo della cultura d’impresa:

  • Forme e opportunità del fare impresa:
    Comprendere le diverse tipologie di impresa, le caratteristiche e le funzioni degli imprenditori, le opportunità e le sfide del mercato, i principi dell’economia sociale e sostenibile.
  • La generazione dell’idea, il contesto e i bisogni sociali:
    Sviluppare la capacità di individuare e analizzare i bisogni e i problemi della propria comunità, generare idee creative e innovative per risolverli e valutarne la fattibilità e la sostenibilità.
  • Dall’idea all’impresa: risorse e competenze:
    Imparare a trasformare un’idea in un progetto imprenditoriale, gestirne la pianificazione, valutare i rischi, scegliere le risorse e capire l’importanza del lavoro di squadra e della buona leadership.
  • L’impresa in azione: confrontarsi con il mercato:
    Acquisire le competenze necessarie per implementare e monitorare il progetto imprenditoriale rapportandosi con il mercato e i competitors, ricalibrando adeguatamente gli step fondamentali come la produzione, la distribuzione, il marketing ecc.
  • Cittadinanza economica:
    Comprendere il ruolo e l’impatto dell’impresa nella società, conoscere i diritti e i doveri degli imprenditori, agire in modo etico e responsabile e contribuire al benessere collettivo.

Le qualità che emergono da questo metodo di insegnamento, d’altronde, non tornano utili solo ai fini di un orientamento dei ragazzi all’imprenditoria, ma sono preziose in qualsiasi ambito lavorativo e persino sociale. La pianificazione, la gestione del tempo, la comunicazione efficace, la negoziazione, il problem-solving ecc, sono competenze trasferibili e possono essere applicate in qualsiasi settore o carriera che gli studenti sceglieranno di intraprendere.

Il Sillabo del MIUR è stato adottato da diverse scuole italiane, che hanno realizzato percorsi didattici innovativi e coinvolgenti per gli studenti grazie alla collaborazione di diversi soggetti pubblici e privati; basti citare, ad esempio, Business Voices, che ha portato nelle classi le testimonianze di imprenditori di successo, Imprendo, che ha stimolato gli studenti a sviluppare idee imprenditoriali sostenibili, Junior Achievement Italia, che ha offerto programmi educativi basati sul learning by doing e sul coinvolgimento di volontari provenienti dal mondo dell’impresa, e UPSHIFT, che ha promosso la realizzazione di progetti sociali innovativi da parte di studenti in situazione di svantaggio.

Tuttavia l’Italia si colloca ancora al di sotto della media europea e mondiale per quanto riguarda la presenza di strategie nazionali, di curricoli e di formazione dei docenti sull’educazione imprenditoriale.

L’impegno di YesWeNet.

In questo contesto ancora acerbo, YesWeNet si impegna con tutte le sue forze nel diffondere e condividere la cultura del lavoro, i suoi valori e le proprie esperienze con l’intento di sopperire ad eventuali lacune del sistema scolastico o di arricchirne gli insegnamenti.

La nostra rete di imprese vanta numerose eccellenze nel campo della formazione, del coaching e della divulgazione del pensiero creativo; una famiglia di aziende unita dall’obiettivo comune di costruire un futuro economico e sociale che porti il Bel Paese ad emergere orgogliosamente in Europa e del mondo.

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