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Storie di Grandi Imprenditori - Parte 2: Coco Chanel

Nella seconda parte di questa rubrica, parliamo di Coco Chanel, la donna che ha rivoluzionato il mondo della moda e del costume con il suo stile e la sua personalità indomita

Febbraio 2024

Storie di Grandi Imprenditori - Parte 2: Coco Chanel

Dopo il tuffo nella vita di Steve Jobs, nella prima parte di questa nuova rubrica del nostro blog, oggi vogliamo raccontarti la storia di una delle più grandi icone della moda e della cultura del XX secolo: Coco Chanel.

Il suo nome è sinonimo di eleganza, raffinatezza, libertà e femminilità. Con il suo talento e la sua determinazione, ha saputo creare un impero che ancora oggi domina il panorama della haute couture e del lusso. Ma la sua vita non è stata sempre facile e vissuta all’insegna del glamour. Dietro il suo successo si nasconde una storia di povertà, sofferenza, passione e coraggio. Seguici in questo viaggio alla scoperta di Coco Chanel, la donna che ha cambiato il modo di vestire e di essere delle donne.

Un’infanzia difficile

Gabrielle Bonheur Chanel, in arte Coco, nacque il 19 agosto 1883 a Saumur, in Francia, in una famiglia di umili origini. Il padre, Albert Chanel, era un venditore ambulante di prodotti di merceria; la madre, Jeanne Devolle, era una lavandaia. Gabrielle, inoltre, aveva due sorelle, Antoinette e Julia, e due fratelli, Alphonse e Lucien.

Gli Chanel vivevano in condizioni di estrema povertà e instabilità, spostandosi di continuo da una città all’altra. Quando Gabrielle aveva solo 12 anni, la madre morì di tubercolosi. Il padre, incapace di occuparsi dei figli, li affidò a parenti e istituti religiosi.

Gabrielle e le sue sorelle furono mandate in un orfanotrofio gestito dalle suore dell’abbazia di Aubazine, dove trascorsero sei anni di rigida disciplina e severa educazione. Proprio lì, la futura stilista imparò a cucire; un’abilità che, come si può immaginare, le sarebbe stata molto utile in futuro. Sempre dalle suore apprese anche i principi del buon gusto e della genuina semplicità, che avrebbero influenzato il suo stile contribuendo a farne un emblema di eleganza e classe. Tuttavia, tra le mura dell’orfanotrofio, Gabrielle sognava una vita diversa, fatta di libertà, amore e successo.

I primi passi

Nel 1901, a 18 anni, Gabrielle lasciò l’orfanotrofio e si trasferì a Moulins, dove trovò lavoro come commessa in un negozio di biancheria e maglieria. La sera, invece, si esibiva come cantante in un caffè, dove si guadagnò il soprannome di Coco, derivato da una delle canzoni che interpretava, “Qui qu’a vu Coco” (“Chi ha visto Coco”).

Fu in questo ambiente che conobbe il suo primo amore, Étienne Balsan, un ricco ufficiale di cavalleria che la sedusse e la portò con sé nella sua tenuta di campagna. Coco visse per qualche tempo una vita agiata e oziosa, ma ben presto il suo carattere fiero e determinato emerse e si stancò di essere solo una mantenuta e un’amante; voleva essere indipendente e realizzare i suoi sogni, così, mentre meditava sul futuro, iniziò a disegnare e confezionare cappelli, i quali piacquero molto alle amiche di Balsan, ospiti insieme a lei nella tenuta.

Tra queste, c’era anche una giovane e bella ereditiera inglese, Emilienne d’Alençon, che divenne sua amica, ma anche sua rivale in amore. Infatti, Coco si innamorò di un altro amico di Balsan, Arthur Capel, detto Boy, un giocatore di polo inglese e uomo d’affari dedito anche alla politica, che la incoraggiò a seguire la sua vocazione per la moda e la aiutò ad aprire il suo primo atelier di cappelli a Parigi, nel 1909, al numero 21 di rue Cambon.

L’ascesa

Il negozio di cappelli di Coco Chanel a Parigi ebbe subito un grande successo, grazie alla sua capacità di creare modelli originali, eleganti e pratici, che si distinguevano da quelli ingombranti e riccamente decorati dell’epoca. Tra le sue clienti, c’erano anche alcune celebrità, come l’attrice Gabrielle Dorziat, che indossò i cappelli di Chanel sul palcoscenico e sulle riviste di moda contribuendo ad aumentarne la popolarità (uno dei primi casi di influencer marketing? 😅).

Coco Chanel divenne così una stilista affermata e apprezzata, ma, come sappiamo, non si fermò ai cappelli. Presto emerse in lei il desiderio di esprimere la sua creatività anche nel campo dell’abbigliamento; la talentuosa artista francese, infatti, riteneva quello in uso all’epoca troppo vincolante e poco adatto alle esigenze delle donne moderne. Così, iniziò a disegnare dei vestiti semplici e comodi, ispirati al guardaroba maschile, che indossava anche in prima persona, che le permettevano di muoversi con facilità e di sfoggiare la sua personalità indipendente e anticonformista.

Per i suoi abiti, Coco Usava tessuti morbidi e leggeri, come il jersey, il tweed e il cotone, e preferiva i colori neutri, come il nero, il bianco, il beige e il blu marino. Essi erano privi di orpelli e di fronzoli, ma valorizzati da accessori originali, come le perle, le catene, le spille e i foulard. Coco Chanel creò, dunque, uno stile inconfondibile e rivoluzionario, che conquistò le donne di tutto il mondo, stanche dei corsetti opprimenti, delle gonne lunghe e dei cappotti pesanti.

Nel 1913, aprì il suo secondo negozio a Deauville, una località balneare frequentata dall’alta società, dove presentò la sua prima collezione di abbigliamento sportivo, composta da maglioni, pantaloni, gonne corte e giacche casual. Nel 1915, fu la volta del terzo punto vendita firmato Chanel, a Biarritz, dove lanciò, invece, la sua linea di alta moda, caratterizzata da abiti da sera semplici e raffinati, spesso in seta nera. Nel 1918, trasferì quest’ultimo atelier al numero 31 di rue Cambon, a Parigi, sulla stessa strada ove anni prima aprì il suo negozio di cappelli poi ceduto nel 1914 all’amica Caroline Reboux. Quella al numero 31 di rue Cambon sarebbe presto diventata la sua sede principale, dove sarebbero nate le sue creazioni più famose, come il profumo Chanel N°5, il celebre tailleur e il tubino nero.

Gli anni venti e la gloria

Gli anni venti furono il decennio d’oro per Coco Chanel, che raggiunse l’apice della sua fama e del suo prestigio. Il suo brillante intuito e la sua profonda creatività artistica le avevano permesso di creare una nuova moda in sintonia con lo spirito del tempo, che vedeva le donne emanciparsi e affermarsi in vari ambiti della vita sociale e culturale.

Le sue creazioni erano apprezzate da donne di ogni età e classe sociale, da quelle più giovani e ribelli, all’epoca chiamate “flapper”, a quelle più mature e sofisticate, finanche da principesse e regine. Tra le sue ammiratrici, c’erano anche molte celebrità, come le attrici Gloria Swanson, Marlene Dietrich, Greta Garbo e Katharine Hepburn, che indossarono i suoi abiti sia sul grande schermo che nella vita reale.

La Chanel fu anche una mecenate e una musa per molti artisti, come i pittori Pablo Picasso e Salvador Dalí, i musicisti Igor Stravinskij e Arthur Honegger, gli scrittori Jean Cocteau e Paul Morand, i poeti Guillaume Apollinaire e Pierre Reverdy e altri ancora; era chiaro dunque che ormai la giovane Gabrielle dalle umili origini era diventata una risplendente icona culturale.

Negli stessi anni, Coco e alcuni di questi artisti, fecero parte del cosiddetto “Gruppo di Chanel”, un circolo di intellettuali e creativi che si riuniva spesso nel suo appartamento di rue Cambon o nella sua villa di Roquebrune-Cap-Martin, sulla Costa Azzurra. Fu in questo contesto che la stilista conobbe e si innamorò di uno dei suoi più grandi amori, il duca di Westminster, Hugh Richard Arthur Grosvenor, detto “Bendor”, uno degli uomini più ricchi e potenti del mondo. La loro relazione durò circa dieci anni, dal 1923 al 1933, e fu segnata da alti e bassi, tra gelosie, tradimenti e incomprensioni. Coco Chanel non accettò mai di sposare il duca, perché riteneva che il matrimonio fosse una forma di schiavitù per le donne. Preferì mantenere la sua indipendenza e la sua libertà, anche a costo di rinunciare al suo amore.

Alcune curiosità

Uno dei simboli più noti e riconoscibili di Coco Chanel è il suo monogramma, il celeberrimo logo composto dalle due lettere “C” intrecciate. Fu creato nel 1925, quando la stilista disegnò le uniformi per il personale del Grand Hotel di Cannes, di proprietà del duca di Westminster, all’epoca ancora suo amante. Il monogramma era ispirato allo stemma dei principi di Château de Crémat, un castello vicino a Nizza, dove Coco Chanel era solita soggiornare con il suo compagno. Il logo fu poi definitivamente adottato dalla maison Chanel e applicato a molti dei suoi prodotti, come i profumi, le borse, i gioielli e i tessuti.

Tra i successi più clamorosi di Coco Chanel, va certamente annoverato il famosissimo Eau de Parfum Chanel N°5, lanciato nel 1921, la cui elegante bottiglia fu disegnata dalla stessa stilista. La sua fragranza innovativa e sofisticata fu realizzata dal chimico Ernest Beaux, che la creò basandosi su un accordo di aldeidi, fiori e muschio. Non tutti, però, sanno che Il nome del profumo derivava dal fatto che Coco scelse la quinta fiala tra quelle che le furono presentate da Beaux, e decise di utilizzarlo in via definitiva perché, da grande appassionata di numerologia quale era, riteneva che il numero 5 portasse fortuna.

La campagna pubblicitaria di Chanel N°5, ha visto negli anni, tra le sue testimonial, alcune delle più belle e famose donne del mondo, come Marilyn Monroe, Catherine Deneuve, Nicole Kidman e Audrey Tautou. Chanel N°5 è ancora oggi uno dei prodotti di profumeria più venduti e apprezzati al mondo, e rappresenta un’icona di stile e di lusso.

Gli anni trenta e la guerra

Gli anni trenta furono un periodo difficile per Coco Chanel, che dovette affrontare alcune perdite e alcune ostiche sfide. Nel 1931, morì il suo amato ex-compagno Boy Capel in un incidente stradale, lasciandola devastata dal dolore. Nel 1939, scoppiò la Seconda Guerra Mondiale, che costrinse la stilista a chiudere i suoi negozi e a licenziare i suoi dipendenti. Coco Chanel si ritirò nel suo appartamento parigino all’Hotel Ritz, dove visse per tutta la durata del conflitto. Durante questo periodo, ebbe una relazione con un ufficiale tedesco, Hans Günther von Dincklage, che le procurò alcuni privilegi, ma che le valse anche l’accusa di collaborazionismo.

Coco Chanel, infatti, fu arrestata il 15 agosto 1944, due giorni dopo la liberazione di Parigi, con l’accusa di aver collaborato con i nazisti e di aver svolto delle missioni di spionaggio per conto della Germania. Fu interrogata da un agente dell’intelligence britannica, Malcolm Muggeridge, che le chiese di spiegare il suo rapporto con il barone von Dincklage e il suo ruolo nell’operazione “Modellhut”, un tentativo di negoziare una pace separata tra la Germania e la Gran Bretagna. La stilista si difese sostenendo di aver agito per il bene della Francia e di aver cercato di usare la sua influenza per convincere il primo ministro britannico Winston Churchill, suo vecchio amico, a fermare la guerra. Grazie all’intervento dello stesso Churchill, che le scrisse una lettera di raccomandazione, Coco Chanel fu rilasciata dopo poche ore, senza essere processata né condannata.

Coco, provata da questi infausti eventi, decise allora di lasciare la Francia e di trasferirsi in Svizzera, dove visse in esilio per alcuni anni.

Nel 1954, a 71 anni, Coco Chanel fece il suo ritorno a Parigi, dove riaprì la sua maison di moda. Nonostante le critiche e le ostilità di alcuni detrattori, ancora diffidenti riguardo le accuse da lei ricevute nel ‘44, la stilista riuscì a riconquistare il suo pubblico e a imporsi nuovamente come una delle figure più influenti della moda. Riprese a creare le sue collezioni, aggiornando e rinnovando il suo stile, ma mantenendo sempre la sua impronta originale. Ancora ardente di passione per il suo lavoro, continuò a produrre abbigliamento e accessori di successo fino alla fine della sua vita, seguendo personalmente ogni dettaglio delle sue creazioni.

Morì il 10 gennaio 1971, a 87 anni, nel suo appartamento al Ritz, dove aveva trascorso gli ultimi anni. La sua morte fu un lutto per il mondo della moda e per tutti coloro che l’avevano conosciuta e stimata. Le sue ceneri furono sparse nel giardino della sua villa di Roquebrune-Cap-Martin, dove riposano anche quelle di Boy Capel.

L’eredità di Coco

Lo stile Chanel non fu solo una moda, ma una vera e propria rivoluzione culturale e sociale. Coco, infatti, non si limitò a creare dei capi di abbigliamento, ma esprimeva attraverso di essi una filosofia di vita e una visione del mondo. La sua moda era il riflesso della sua personalità indomita, della sua voglia di libertà, della sua ribellione alle convenzioni sociali e ai pregiudizi dell’epoca.

Coco Chanel fu una delle prime donne a tagliarsi i capelli corti, a indossare i pantaloni, a guidare un’auto, a viaggiare da sola, a fumare in pubblico, a scegliere di non sposarsi. Era una donna emancipata e indipendente, che si fece strada in un mondo dominato dagli uomini, senza mai rinunciare alla sua femminilità e al suo charme.

Fu una pioniera e una fonte di ispirazione per molte donne, che la seguirono e la ammirarono, riconoscendosi nel suo stile e nel suo messaggio. Coco fu una delle protagoniste della storia del Novecento e la maison Chanel è ancora oggi una delle più importanti e prestigiose del mondo, le cui creazioni restano sempre fedeli allo stile e alla filosofia della sua fondatrice.

Coco è stata un’artista e una imprenditrice, ma, più di ogni altra cosa, una donna eccezionale, che ha lasciato un segno indelebile nella storia e che ha dimostrato al mondo intero che, con l’audacia, la perseveranza e la capacità di affascinare, anche una semplice ragazza francese nata in povertà può diventare la regina della moda e della cultura pop.

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